Molti si chiedono se i solfiti sono cancerogeni. Cosa sono esattamente questi elementi? Si tratta di molecole utilizzate come conservanti. Ciò significa che in realtà possiamo trovarle in molti alimenti. Per questo è importante conoscere gli eventuali rischi legati al loro consumo. Vediamo tutto nel dettaglio nelle prossime righe.
I solfiti sono cancerogeni – Facciamo chiarezza
Prima di scoprire quali sono i solfiti più diffusi, e dove vengono utilizzati, rispondiamo a questa domanda così importante: sono cancerogeni? Non è del tutto esatto. I solfiti sono sostanze che possono essere tossiche per il nostro organismo, ma ciò dipende in buona parte dalla quantità che assumiamo. Basse quantità di solfiti non hanno un impatto sulla nostra salute, per cui il loro consumo non è da escludere totalmente.
Bisogna fare attenzione a quanti solfiti assumiamo ogni giorno, per assicurarci che il nostro corpo sia in grado di smaltirli. Diversi enti globali, come la FAO e l’OMS, si sono espressi su questo punto, ponendo un preciso limite. Non bisognerebbe consumare al giorno più di 0.7 mg di solfiti per chilogrammo di peso della persona. Ciò significa che una persona di 70 kg dovrebbe tenersi sotto i 49 mg di solfiti giornalieri.
I solfiti possono anche dare forme di allergia. Per questo nelle etichette degli alimenti deve essere chiaramente indicata la loro presenza, così da tutelare al meglio il consumatore. Nel tempo è stato notato che chi è allergico all’aspirina mostra in generale una bassa tolleranza dei solfiti. Tra i sintomi possiamo notare nausea e crisi di asma.
Ricordiamo infine che i solfiti non vengono solamente inseriti artificialmente, ma possono essere presenti in maniera naturale in molti alimenti.
In quali alimenti troviamo i solfiti?
Possiamo trovare una certa quantità di solfiti soprattutto nei vini. Queste molecole vengono utilizzate in vari momenti della produzione del vino, poiché riescono a rendersi utili in molti modi. Nella fase iniziale evitano che il succo d’uva si ossidi. Inoltre ci aiutano a preservare l’aroma finale del vino, evitando che alcuni lieviti presenti sulla buccia dell’uva possano fermentare.
Nei vini rossi i solfiti vengono anche aggiunti come stabilizzanti, mentre sia nei bianchi che nei rossi hanno il compito di rendere il mosto più limpido. Non dimentichiamo infine l’effetto conservante tipico di questi prodotti, così da garantire una migliore durata nel tempo. Fortunatamente l’Unione Europea ha posto dei precisi limiti nella presenza di solfiti nei vini. Trovate tutti i dati nel Regolamento 606/2009.
Oltre al vino possiamo trovare i solfiti in una vasta gamma di alimenti, di qualsiasi genere. Occhio quindi alla frutta essiccata, che ha bisogno di questi elementi come preziosi conservanti. Fate anche attenzione ai crostacei e al baccalà. Segnaliamo inoltre la senape, i pomodori secchi e il purè già pronto e confezionato.